giovedì 29 settembre 2011

convivenza fraterna senza pretese

Nel post precedente vi accennavo che, tra i molteplici impegni estivi, abbiamo tentato una convivenza fraterna pensata per gli insegnanti della scuola di Busto e le loro famiglie.
Senza pretese, è stato un po' questo il nostro lemma, abbiamo deciso di trascorrere qualche giorno insieme per conoscerci meglio, per programmare il nuovo anno lavorativo, per dipingere e per "studiare".
Ci ha ospitato Mara nella struttura di Desio appartenente alla Comunità del Piccolo Gruppo di Cristo, un posto perfetto, una vera e propria di casa di preghiera,  pensata per accogliere gruppi famigliari e non, dotata di  stanze con bagno, cucina professionale, sale di lavoro e una bellissima cappella... dimenticavo il giardino, fondamentale per i bambini.
Il tutto era auto gestito, ci siamo organizzati abbastanza bene anche perchè eravamo pochi, e i mariti non iconografi, tra i quali il mio, ci hanno dato una potente mano, soprattutto in cucina.
Sinceramente mi preoccupavano un po' i bambini, due miei, e tre di Laura e Giovanni, invece è stato come non averli, si sono subito affiatati, nonostante la differenza d'età.
Quando qualcuno di loro diventava un po' insofferente ed iniziava ad entrare nella stanza di lavoro bastava dire la frase magica "se siete stanchi di giocare fate un po' di compiti" e tutti sparivano come topi inseguiti da un gatto affamato... scherzi a parte sono stati bravissimi!!!




Noi iconografi avevamo portato ciascuno qualcosa da fare, alla mattina ci confrontavamo, poi lavoravamo  fino alla sera, verso le sei del pomeriggio si interrompeva la pittura per dedicarsi alla lettura condivisa di un libro.
La scelta è ricaduta su: LA CHIESA E LE IMMAGINI di Daniele Menozzi
Molto interessante, tocca i momenti salienti della storia iconografica e delle arti figurative dalle origini ai nostri giorni, citando i testi fondamentali che hanno influito su tali mutamenti, noi ci siamo concentrati maggiormente sulla modernità.
Purtroppo il tempo è stato troppo poco e  forse ci saremmo dovuti preparare meglio per ottimizzare questi istanti preziosi, nonostante ciò sono emerse conversazioni importanti e seri scambi d'opinioni... e anche qualche sana risata, com'è nel nostro stile!!!

Inutile dire che pranzi e cene sono stati i momenti di maggior relax. Una cucina semplice, supportata da bocche buone, è la chiave vincente per spazzolare sempre tutto!!! Così è successo!!!

La giornata si chiudeva in cappella con un breve momento di preghiera per salutare Colui che ci aveva riunito.


L'ultimo giorno siamo andati in gita al monastero di San Pietro al Monte,  molto bello anche se un po' faticoso, prima di arrivare alla stupenda basilica romanica lombarda si deve percorrere un bel pezzo a piedi nel bosco



 ...diffidate di chi vi dica che la strada è breve e fattibile, si tratta di una vera salita di montagna, non di quelle estreme ma, per chi non è allenato come me, di tutto rispetto... c'è da dire che non potevamo lamentarci troppo, quando con noi stoicamente avanzava Laura, in cinta di cinque mesi, munita di macchina fotografica, intenta ad immortalare le nostre misere fatiche.
... però arrivati alla meta ne è valsa veramente la pena, se vi capita, andateci, è un posto stupendo.



 "Affreschi, architettura, ornati si intrecciano e si compenetrano in un racconto teologico unitario" come dice bene Carlo Castagna nel suo libro UN MONASTERO SULLA MONTAGNA. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere l'autore che ci ha fatto da guida spiegandoci, con dovizia di particolari, ogni bellezza nascosta.



La mattina dopo siamo partiti, felicemente tristi, felici perchè erano stati dei bei giorni, tristi perchè ci dovevamo lasciare... c'era chi già pensava ad un prossimo incontro, tra questi mio marito, quello che non voleva venire... è proprio vero che basta poco per stare bene, e che le cose semplici, fatte con amore, sono le più belle, come questa convivenza senza pretese.

martedì 20 settembre 2011

Corso spezzato

L'estate sta finendo ed urge un bilancio iconografico sulle molteplici attività svolte nella calda stagione: un corso spezzato, una convivenza fraterna, e parecchio lavoro personale.

Procediamo per tappe, in questo post vi parlerò del corso spezzato, quello iniziato a giugno e terminato ora a settembre; luogo: Milano, zona Niguarda, con il mio maestro di sempre, Giovanni Raffa.
Che dire, è stato magnifico, il posto lo conosco benissimo, ho fatto lì il mio primo corso storico; Niguarda mi dà sempre tante gioie e  tanti dolori: è faticoso lo spostamento, ed alla fine l'impegno che ci metto, sommato alla stanchezza, mi consuma veramente tanto, ma ne vale la pena!!!
Quest'anno abbiamo disegnato la nostra icona, costruita ex novo; per me è stato mostruosamente difficile e il risultato alquanto mediocre  ma, capire come ci si muove per dar vita a qualcosa di nuovo, è incredibile.
Non sarò mai contata tra il numero degli artisti che plasmano proprie icone, nonostante questo considero importantissimo sciogliersi nel campo del disegno, anche solo per essere fedeli ai classici o per reinterpretarli correttamente senza fare cavolate.

La prima settimana di giugno l'ho spesa a ricavare il disegno, siamo partiti da una tipologia unica: Madre di Dio del segno, altre immagini potevano aiutarci a sviluppare la nostra icona.
Tra i modelli che ho cercato, due in particolare mi piacevano più di altri: la Madonna del Roveto Ardente del Sinai per la dolcezza dl volto



e questa Vergine in trono come posizione della mandorla e delle mani.




Nella mia testa c'era una tavola grande, affinchè l'icona fosse ben visibile e lo sguardo parlasse a chi la pregava.
Un altro elemento importante era la semplicità del soggetto, non troppe decorazioni, panneggi chiari, forme pulite, sia perchè questo è un po' il mio stile, sia perchè come primo tentativo non volevo eccessive difficoltà.
Purtroppo un'icona semplice non è detto che sia di facile realizzazione, si può cadere nel banale, o meglio nel poco significativo... quello, un po', che è successo a me.

Nel mese d'agosto, ho ripulito il disegno, studiato gli schiarimenti e fatto un'ipotetica prova dei colori.
Poi, via mail, ho mandato lo studio al mastro che mi ha dato il visto buono per procedere su tavola, doratura e campiture comprese.




Nella seconda metà del corso,quella di settmbre, abbiamo lavorato sugli schiarimenti, e sull'incarnato.
Giovanni ci ha insegnato una tecnica usata dai pittori italici fin dal medioevo eseguita dando alla prima campitura un colore verde salvia,ci ha spiegato che, prima del dilagare del sankir russo, parecchie icone erano eseguite con la stessa tecnica non solo nel nostro Paese.
Anche in questo caso il dilemma era se usare questa nuova modalità sulla mia icona per esercitarmi o scegliere quella più indicata al modello, alla fine ho optato a favore della didattica, a scapito dell'estetica, col risultato di aver eseguito un enorme tavola di prova più o meno ben riuscita.

Ora voi vi starete chiedendo perchè consideri questo corso uno dei più validi: per tutto quello che ho imparato e per tutto quello che devo ancora imparare, c'è stato un tempo in cui mi imbarazzava l'essere così indietro rispetto ai miei compagni di lavoro, ora sono felicissima di poter migliorare  grazie a loro, perchè il divertimento non sta nell'arrivare alla meta ma nel gioire percorrendo la strada in buona compagnia!!!!

...Ecco una sbirciatina al mio "percorso" non ultimato: