venerdì 27 dicembre 2013

PENTECOSTE FUORI STAGIONE

*
 
 


A Pentecoste finita alcune considerazioni:
un grazie enorme a tutti quelli che mi hanno aiutato con materiali, consigli, pacche sulle spalle... ma un grazie speciale va a LEI, l'Icona, che mi ha tenuto compagnia per nove mesi, insegnandomi
pazienza, umiltà, tenacia.

 

 

Mi ha aiutato a penetrare nel mistero, ha dialogato con me in ogni fase della stesura.
Dipingere un'icona per me è sinonimo di pregare, mentre lavoro entro in relazione con Dio, mi scopro modellando il Creatore che nello stesso tempo mi ricrea e rigenera in una spirale infinita di imperfezione perfezionabile che tende ad un perfezione pur sempre imperfetta...



 
 

Sì, perchè quando Dio decide di amare l'uomo un simile paradosso accade più spesso del previsto...
é il paradosso del Natale, di un Dio fatto bambino venuto a salvare il mondo intero.
Allora la Pentecoste a Natale non è poi così fuori stagione, perchè anche lei, come ogni altra icona narra la grandezza di Dio, che per amore della sua creatura, si fa povero, in balia dell'universo, della materia, e soprattutto dell'uomo, perdonandolo, amandolo e arricchendolo con il più grande tra i suoi doni, Lui stesso.




Buon Natale a tutti!!!
Un abbraccio!!!
Rosella














domenica 1 settembre 2013

PALA D'ALTARE DI STANCO, UNA PARTICELLA DI PARADISO TRA NOI

 
 
 
 
 




Ero in dubbio se scrivere o meno questo post in quanto le esperienze di vita più profonde rischiano di essere banalizzate non appena si traducono in parole, soprattutto se a tradurle è una scrittrice dilettante come la sottoscritta.




 
 
Stanco è un paesino nel cuore del niente, una piccola Betlemme bolognese e proprio come a Betlemme anche a Stanco il cielo è disceso in terra in un minuscolo oratorio ai margini della strada principale.
                         

La Pala è stata terminata più di un anno fa nel laboratorio dei maestri Raffa Renzi  ...

https://www.youtube.com/watch?v=n722DvvWpAw

... ora si trattava "solo" di rendere più accogliente l'oratorio per meglio valorizzare un simile dono.

L'idea degli iconografi è stata quella di:

 *ridipingere la volta e trasformarla in un cielo stellato, mentre, nel caso dell'arco che introduce l'apside






 *decorare con un pergolato il sotto e dipingere, sulla parte frontale, le due città sante, Betlemme e Gerusalemme, poste ai lati dell'arco, con dodici pecore (sei a destra e sei a sinistra)che convergono verso un medaglione centrale rappresentante il Volto di Cristo.




La mia famiglia è potuta restare solo una settimana ad aiutare ma mi è bastata per capire come: teologi (mi riferisco a Don Giuseppe Ferretti che ha curato in ogni minimo particolare la simbologia soggiacente l'opera) artisti, assistenti, gente comune... potessero collaborare ad un unico grande intento: rendere la terra più vicina al Cielo, l'uomo più simile alla sua Immagine.

Poco importava chi stesse dipingendo il Volto di Cristo, o fissando una stella, poco importava tutti erano preziosi, tutti facevano del loro meglio per qualcosa che li trascendeva, che ci trascendeva, da chi montava i ponteggi, da chi portava un caffè, da chi semplicemente, come il Signor Michele, stava seduto ad osservare lo stato d'avanzamento dei lavori offrendo belle parole che allargavano il cuore ed alleggerivano la fatica.

Tutti in quella cappella lavoravamo come un unico corpo, tesi ad un unico scopo, accogliere l'Emmanuele, il Dio con noi.
"La bellezza salverà il mondo" scriveva Dostoevskij, se andrete a vedere l'oratorio di Stanco scoprirete che aveva ragione.

Io sicuramente sono un po' cambiata, eppure in quella settimana ho fatto veramente poco, con Dio, in effetti,nella maggioranza dei casi,  bastata l'esposizione passiva!!!

lunedì 15 luglio 2013

La tempesta perfetta

Letteratura e scenografia, più o meno elevata, stanno ultimamente abusando di questa metafora.
Si tratta di una serie di sfortunate, o fortunate, circostanze che trasformano un evento normale (la tempesta) in un evento pressoché perfetto.
Quanti di noi hanno partecipato a corsi più o meno riusciti...
Quest'anno a Niguarda si è sviluppata una rarissima "Tempesta perfetta".




Il soggetto: una superba rivisitazione della natività che ritraeva la Sacra Famiglia unita nel momento della nascita di Cristo, studiata con maestria dai coniugi Raffa.

Il maestro: Giovanni Raffa nella sua forma ottimale, per quello che la natura consente...

L'assistente: Giuliano Melzi, e qui permettetemi una piccola parentesi, chi conosce Giuliano sa che è il principe dell'organizzazione, be, in questo corso si è comportato come l'imperatore assoluto ed indiscusso!!!!

I corsisti: affiatati ma non soffocanti, simpatici ma non caciarosi, attenti ma non petulanti, disponibili ma non distratti... un'armonia che in poche occasioni si crea!

Il clima milanese: caldo ma non troppo.

Le zanzare locali: poche e non aggressive.

La preghiera, il pranzo, le battute, i silenzi, i mutui consigli, la solidarietà reciproca... infiniti tasselli di un mosaico ben riuscito... anche se...


 

 






...Forse il corso perfetto si cela in ognuno di noi, quando impariamo ad accettare  e ad amare i nostri limiti, accorgendoci di tutto il bello che ci circonda e  ringraziando con gioia Colui che tutto ci dona.

venerdì 24 maggio 2013

Pentecoste: informazioni sui lavori in corso.


*
 
 



Come promesso ad amici e fedeli seguaci, ecco le ultime notizie sull' avanzamento dei lavori .
Ci eravamo lasciati in autunno dopo aver riportato la grafia... Finalmente, con il sopraggiungere della primavera e del clima mite, eccomi di nuovo in parrocchia, pronta a riprendere quello che avevo lasciato.
 
Un primo dubbio è stato quello sulla composizione dei personaggi nel semicerchio.
Laura, che mi ha aiutato nella correzione, mi aveva suggerito di distribuire meglio gli apostoli agli estremi, occupando anche lo spazio inferiore del semicerchio, anche Antonio e Giovanni erano dello stesso parere, Mara invece apprezzava un po' di respiro tra i personaggi del centro, così pure vedeva di buon occhio lo spazio di distacco formatosi all'estremità della tavola...
So che mi sto esprimendo male, per chi non avesse capito, si trattava di rifare la grafia o lasciarla come era... ovviamente non l'ho toccata... ma, diversamente da quel che possa sembrare, non si è trattato di un gesto di pigrizia, semplicemente mi convinceva maggiormente la visione di Mara, che guarda caso coincideva con la mia.
Dopo tutto dovrebbero saperlo che quando chiedo consiglio ai maestri non voglio veramente idee nuove ma, semplicemente, la conferma delle mie... eppure è da tanto che mi conoscono , è possibile che non l'abbiano ancora capito?!?
 
Poi ho affrontato la doratura, stranamente ho deciso di dorare a bolo, anche qui due spiegazioni, una lodevolmente studiata (ho pensato che, con sotto il bolo, qualora si fosse nei secoli rovinata, le imperfezioni si sarebbero notate meno), l'altra stupidamente pragmatica (avevo a disposizione più oro foglia libera che non a decalco...).
Le dimensioni notevoli ingigantiscono sempre la fatica di quello che si fa: tre giorni per terminare la doratura e due per ripulirla...
 
Finalmente è arrivato il momento del colore, all'inizio avevo pensato di far crescere un'armonia cromatica dell'intera icona, per ricercare appunto, una sorta di equilibrio del colore ma, pensando alle vesti degli apostoli e di Maria, volevo prendermi tempo per studiare bene le trasparenze ed i contrasti, così ho deciso di dividere mentalmente la tavola in due parti: quella superiore, con gli edifici, e quella inferiore, con i personaggi. Mi sono così concentrata sulla prima creando poco a poco le campiture.
 
Per il momento è tutto, continuerò a tenervi aggiornati anche perchè questa estate farò principalmente questo!

.

martedì 9 aprile 2013

Crocifisso di Fucecchio: le nove fasi prima della consegna

*
 
 
*

PRIMA FASE:INFORMAZIONI
 
 
 
 
(DA WIKIPEDIA ENCICLOPEDIA LIBERA)
 
Crocifisso di Fucecchio
Crocifisso di Fucecchio

Autore Berlinghiero Berlinghieri
Data 1230-1235 circa
Tecnica tempera e oro su tavola
Dimensioni 156×100 cm
Ubicazione Museo nazionale di San Matteo, Pisa
Il Crocifisso di Fucecchio è una croce sagomata e dipinta a tempera e oro su tavola (156x100 cm) di Berlinghiero Berlinghieri, databile al 1230-1235 circa e conservata nel Museo nazionale di San Matteo a Pisa. È firmata BERLINGERIUS VULTERRANUS ME PINXIT.
L'opera si trovava originariamente nell'abbazia di San Salvatore a Fucecchio, dal tempo dell'abate Giovanni che la commissionò all'artista. Nel 1780 fu acquistata dallo storico pisano Ranieri Tempesti ed esposta nel Camposanto Monumentale, prima di approdare al museo nazionale.
Non è chiaro quando vennero rimossi i due riquadri alle estremità dei bracci, con coppie di santi a figura intera, sicuramente entro il XIX secolo: quello di sinistra, con San Lorenzo e una santa, si trova al Museo di Fucecchio, mentre quello di destra, con una Pia Donna e san Paolo, è in una collezione privata.
Fu restaurata nel 1981 e solo in quella data si scoprì la firma.
Rappresenta il Christus triumphans sulla croce, eretto e con gli occhi aperti, quale vincitore della morte. Nei tabelloni ai lati della croce si vedono i due dolenti, Maria e san Giovanni. In alto la sigla di Cristo "ICXC".
Rispetto all'altro crocifisso firmato da Berlinghiero, la Croce di Lucca, la croce di Fucecchio mostra un Cristo più slanciato, con un corpo meglio proporzionato e col volto di giovane più idealizzato, dimostrando un'influenza più marcata di Giunta Pisano, leggibile anche nella maggiore espressività delle figure dei dolenti.
 
*

 
SECONDA FASE: IL MIO INCARICO
*
 
 *
 
 
 
*


 
*

*

giovedì 28 marzo 2013

Icona-cartellone: LA DISCESA AGLI INFERI

 
 
 


"...c'è un'icona, dei ragazzi, una parrocchia..." non è l'inizio di una barzelletta, è una bellissima opportunità che mi ha dato Don Fabio Pirotta ed un gruppo di giovani del suo oratorio.
Circa un mese fa Don Fabio mi ha contattata raccontandomi come, nella sua parrocchia durante i pomeriggi delle domeniche di quaresima, si svolgono laboratori d'approfondimento teorico e ludico... mi ha parlato di cucina etnica, pittura delle uova pasquali; la proposta che mi si offriva riguardava ovviamente l'iconografia...certo parlare d'icone a dei ragazzi delle elementari-medie non è semplicissimo, meno ancora in un clima pratico dove la manualità ha un suo significato.
L'idea che mi è balenata è stata quella di proporre un lavoro di gruppo in forma di cartellone, soggetto: l'icona della Pasqua per eccellenza, la discesa agli inferi.
Ho studiato il disegno semplificandolo, ho impostato un'introduzione cercando di non farli soccombere alla noia; a tal proposito ho saltato in blocco la parte storica, chiedendo a brucia pelo cosa fosse un'icona e cercando subdolamente di dirottare le risposte su: IMMAGINE SACRA.


Mentre si parlava difronte loro c'erano tre mie icone, poi ,calcando un po' la mano, ho fatto notare come queste immagini, ad una sensibilità comune, fossero molto strane, ed ho lanciato una provocazione:
- gli iconografi sono pittori pazzi o
- le icone ci vogliono dire qualcos'altro?
Per chi mi conosce il rischio era elevato in quanto avrebbero potuto scegliere la prima ipotesi, forse per educazione o per timore hanno scelto la seconda .
Ho paragonato , a questo punto, l'icona ad una MAPPA DEL TESORO che conduce al Tesoro per eccellenza (Gesù Cristo) attraverso innumerevoli indizi da decifrare; l'assemblea si è sbizzarrita in una serie di domande riguardanti quello che per loro poteva risultare strano, ascoltando attentamente le mie risposte che svelavano loro il significato del simbolo in questione.


Sfondo dorato, colori, scritte, proporzioni, aureole... la partecipazione è stata vivace ed entusiasta.
Finalmente poi ci siamo messi a dipingere, io preparavo i colori (pigmenti + tempera bianca come legante) e loro, a turno, dipingevano un pezzo di cartellone.







 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Lo scopo era quello di ultimare tutte le campiture, in un secondo momento io avrei fatto emergere MOLTO ma MOLTO semplicemente gli schiarimenti ed i ritocchi finali.
...e cosi è stato, in circa una giornata di lavoro, sono riuscita ad ultimare la mia prima "ICONA SU CARTA" e a riportarla alla parrocchia di Cornate che avrà un ricordo di questo pomeriggio molto colorato.


A me è rimasta tanta soddisfazione e la risposta affermativa ad una domanda che mi sono posta qualche anno fa: " Si può parlare d'icone anche ai ragazzi?" o meglio " Le icone possono essere, anche per i più giovani , mezzi efficaci  per arrivare a LUI?"
Grazie a Don Fabio, ed ai giovani di Cornate d'Adda, la risposta è un SI pieno e gioioso.
Buona Pasqua a tutti !!!!!


mercoledì 20 febbraio 2013

Colla di coniglio: vi risulta che ci sia un diverso potere incollante?










Febbraio, per il corso che si tiene a Bustarsizio, è il mese della gessatura, in altre parole, mentre si porta avanti il soggetto del primo livello si spiega, passo dopo passo, le varie fasi della gessatura, dando la possibilità agli iscritti di preparare una loro tavola.
Non è la prima volta che lo faccio e non si sono mai verificati problemi ... in questa occasione, però, ho usato una colla diversa.
Sapete che la colla di coniglio la possiamo trovare in 4 stati: sul coniglio, in lastre, in "pellet", o in granellini.
Quella sul coniglio dubito che ci sia qualche iconografo che la usi abitualmente macellando direttamente la bestiola, quella in lastre è la più potente (a detta degli esperti), io non l'ho mai provata, quella che ho sempre usato la trovo in "pellet", questa estate però è improvvisamente venuta a mancare e si è insinuata, un po' in tutti gli ambienti, una colla che ricorda i granelli d'incenso, o lo zucchero di canna (vedi immagine), il rivenditore in questione mi disse che non c'era differenza tra le due, in effetti questa si scioglie facilmente, e non ha praticamente nessuna impurità...
 Quando sabato scorso l'abbiamo testata sulla tela, qualcosa non ha funzionato, ...serpeggiava più di una questione: sarà la tela? Il legno? Non sarà la colla?
Sta di fatto che domenica, dopo aver dato la prima mano di gesso sono emerse bolle e sacche d'aria sospette che ci hanno obbligato a prendere la drastica decisione di staccare completamente la tela e ricominciare da zero.
Ed ora arriva il domandone - inchiesta del mese:
 
"Vi risulta che questa composizione della colla in granelli abbia meno potere incollante di quella in pellet o in lastre?"
 
Scrivete numerosi: ai primo cinque che parteciperanno regaleremo 100 grammi di colla in granelli, tra tutti i partecipanti sarà estratto a sorte un coniglietto vivo, scherzo, niente colla ne coniglio ma, commentate numerosi perchè, più conferme o smentite arrivano, maggiore sarà l'approccio scientifico-empirico al problema. Grazie in anticipo!!!

PS: So che qualcuno non commenta per timidezza o paura di dire sciocchezze, non temete...in questo blog la vergogna non esiste e le sciocchezze,molto spesso, sono di casa :))